Le numerose ossa che compongono il cranio di un piccolo si uniscono le une alle altre per mezzo di suture, strutture che non rappresentano solo semplici punti di contatto ma veri e propri centri di accrescimento scheletrico.
Se consideriamo che il cervello raggiunge il 70% del suo volume finale al compimento del primo anno di vita e quasi il 95% al termine del secondo anno, si comprende facilmente come sia indispensabile che tutte le suture siano aperte e funzionanti correttamente.
La prematura chiusura di una o più suture craniche provoca una deformazione della scatola cranica e di alcune strutture del viso come le orbite, il naso, il mascellare superiore, differente a seconda delle suture coinvolte.
Ne conseguono problematiche di tipo neurologico legate a fenomeni di compressione locale, ostacolato deflusso venoso, aumento della pressione intracranica.
Il trattamento delle craniosinostosi è chirurgico (a partire dal 4° mese di vita) e ha il duplice scopo di riaprire le suture fuse prematuramente e rimodellare le strutture scheletriche compromesse restituendo al cranio un volume ed una forma corretta.
Specifiche tecniche manuali a carico del distretto cranio cervico dorsale possono essere utili sia prima dell’intervento, per migliorare la mobilità delle suture non interessate dalla deformazione e agevolare, di conseguenza, l’approccio chirurgico, sia dopo (almeno 3 mesi), per migliorare il recupero e lo sviluppo del piccolo.